Dopo le invasioni ungariche, gli edifici di culto dell’Appennino vennero ricostruiti da capimastri, muratori e scalpelini, ma anche scultori particolarmente abili, secondo i canoni dello stile Romanico. Non solo Chiese, ma disseminati nei borghi del territorio si trovano interessanti costruzioni di epoche diverse, come le Case a Torre, le Case con Balchio, le Corti Padronili.
Tracce archeologiche nelle alte valli del Dolo e Secchia
Le Terme di Quara e Castel Pizigolo
Toano nel periodo delle Podesterie
Matilde di Canossa e Toano
Il Comune di Toano tra ´800 e ´900
Toano e la Seconda Guerra Mondiale
La Lotta Partigiana
Tracce archeologiche nelle alte valli del Dolo e Secchia
Recenti scoperte dimostrano che la montagna ha accolto gruppi umani fin dal più lontano passato, nei periodi del Paleolitico e Mesolitico. Gli storici antichi parlano di popolazioni genericamente chiamate Liguri. Testimonianze sono tracce di stanziamenti e manufatti in pietra di circa 7.000 anni fa. Nel 1872 si segnala un ritrovamento di due cuspidi di freccia in selce nella zona di Cervarolo e di una fibula di tipo gallico nei pressi di Villaminozzo. Nel 1971 è rinvenuta la necropoli romana detta della Gatta o di San Bartolomeo, a seguito di lavori per la sistemazione del nodo stradale. Il ritrovamento ha offerto agli studiosi dei Civici Musei di Reggio Emilia, su una superficie di quasi mille metri quadrati, una cinquantina di tombe in discrete condizioni di conservazione, con piccoli corredi funebri. La cronologia delle sepolture va dal 77 d.C. al 138 d.C.
Le Terme di Quara
Alcuni cronisti hanno accennato in varie occasioni aell’interesse dei romani per le Fonti Termali di Quara, ipotesi rafforzata dalla presenza del toponimo Aquaria su documenti stilati attorno alla prima metà dell’anno 1000. L’uso dell’acqua di Quara a fini terapeutici è ampliamente documentato verso la metà del 1400; nel 1708 il Vallisneri ritrovò i resti di un tempietto pagano, di cui appena se ne riconoscevano le vestigia, trattasi probabilmente di un edificio dedicato a un Dio delle acque. Utilizzando anche le indicazioni del Ferrarini, la Società Reggiana di Archeologia ha dedicato alcune ricerche alla zona termale, ma soltanto con l’intervento di mezzi tecnici e meccanici adeguati si potrà tentare di riportare alla luce ciò che il Dolo ha ricoperto con una coltre di sassi. E’ stata comunque individuata la scala scavata nella roccia, coi fori per i legni di corrimano. A fianco della scaletta, fra le poche pietre rimaste di un antico muro, scaturiscono ancor oggi, le acque salse di una delle tante fonti. Le polle da cui scaturiscono le acque medicamentose sono parecchie, tutte a pelo d’acqua del torrente, almeno quattro con discreta portata, una di queste calda, a temperatura costante di 24,4º.
Visita le terme di Quara percorrendo il Sentiero delle Balze di Malpasso
Castel Pizigolo
Sovrasta la località delle antiche terme, verso sud, una cima dai fianchi scoscesi, la cui sommità è costituita da un rialzo calanchico. La memoria locale indica ancora oggi su questo pianoro il luogo dove sorgeva l’antico Castelpizigolo, documentato già nel 1305. Il castello in posizione startegica sarebbe stato importante sia in epoca longobarda che matildica, per il controllo delle comunicazioni in montagna. Comprendeva non solo impianti militari, ma terre coltivate ed una Chiesa dedicata a San Tommaso, di cui si testimonia lo stato di abbandono in un docmumento del 1613.
Visita Castel Pizigolo percorrendo il Sentiero delle Balze di Malpasso
Toano nel periodo delle Podesterie
Nel 1427 gli homini di Toano, Minozzo, Cavola, etc si diedero al marchese Nicolò d’Este, nuovo signore di Reggio, senza colpo di spada. Ecco come accadde: i commissari del marchese, giunti a Toano, prospettarono ai capifamiglia i vantaggi che sarebbero loro derivati da una spontanea accettazione di sottostare a Nicolò: esenzioni da dazi e gabelle, concessione di privilegi, concessione del reddito del mulino di Raigara sul Dolo e in più la possibilità di reggersi in modo autonomo. I toanesi accettarono e qualche tempo dopo fecero altrettanto i capifamiglia di Cavola. Il marchese costituì un’unica podesteria dei due territori, venne adottato uno Statuto, il cui manoscritto è stato rinvenuto dallo storico Mons. F. Milani nell’archivio parrocchiale di Corneto. Il decreto di emanazione degli Statuta Podestariae Toani e(t) Cavlae porta la data: Ferrara, 1 Aprile 1461.
Matilde di Canossa e Toano
Il monte di Toano, denominato Castello, presenta in vetta un pianoro su cui sorge l’antica Pieve: è il punto più alto del comune (944 m./ s.l.m.). Chi sale alla Pieve, del castello non vede traccia, tuttavia la costruzione è segnalata come già esistente poco dopo il mille, ai tempi di Bonifacio di Canossa, padre di Matilde. Il tutto, Pieve compresa, era circondato da robuste mura difensive. Dal castello si dominava una importante via d’accesso alla Toscana, che sarebbe stata quella percorsa con maggior frequenza dalla Contessa Matilde di Canossa. Partendo da Canossa, per Marola e Carpineti, tale via giungeva a Toano, quindi scendeva verso il Dolo fino alle Terme di Quara, per poi inerpicarsi verso Romanoro congiungendosi alla Via Bibulca (oggi via delle Radici) che giungeva a valicare l’Alpe. Evidenti segni dell’influenza della Contessa si hanno in determinati elementi architettonici ed ornamentali della Pieve di Santa Maria Assunta a Toano.
Visita Toano percorrendo il Sentiero Matilde
Il Comune di Toano tra ‘800 e ‘900
Dall’Unità d’Italia ad oggi si sono succeduti alla guida del Comune di Toano una trentina di sindaci, potestà o commissari prefettizi. Nel XIX secolo la figura di maggior rilievo fu Antonio Baroni, sindaco nel 1866, poi dal 1869 al 1883. Erano anni in cui le amministrazioni dovevano risolvere i notevoli problemi posti dall’organizzazione del nuovo Stato unitario: l’applicazione della tassa sul macinato che gravava in modo iniquo sulla povera gente, l’apertura delle scuole elementari pubbliche e delle agenzie postali, etc. Nei primi decenni del ‘900 fu sindaco il commendatore Domenico Ghiraradini, fino al 1934, periodo denso di avvenimenti storici, primo fra tutti la Grande Guerra.
Toano e la Seconda Guerra Mondiale
Quando l’Italia scese in guerra al fianco della Germania (10 Giugno 1940), ci fu la mobilitazione generale: i richiamati, in attesa della corriera, si affollavano sulla piazza e nei loro sguardi si leggeva tutta la tristezza di chi è costretto ad abbandonare i propri affetti. A casa erano rimasti gli anziani, le donne e i bambini; e ancora una volta furono le donne a dover affrontare i lavori più duri, aiutate dai bambini. Alla notizia dell’arminstizio (8 Settembre 1943) l’esercito si dissolse, molti soldati italiani furono deportati nei campi di concentramento in Germania, altri riuscirono a fuggire e, fra mille peripezie, raggiunsero le loro abitazioni. Molti militari Toanesi tornati diedero vita al primo nucleo clandestino di ribelli, coordinati da Ezio Bernabei, sottotenente dell’esercito. Furono settimane di scontri, eccidi e distruzioni che ci auguriamo non possano mai più accadere.
Una cartolina di Toano negli anni ’20 La Lotta Partigiana
I tedeschi cercarono di allentare la minaccia partigiana occupando capisaldi a difesa delle vie di comunicazione. All’alba del primo Aprile 1945, giorno di Pasqua, reparti tedeschi si infiltrarono nel territorio toanese e, cogliendo di sorpresa i partigiani che lo presidiavano, avevano raggiunto il crinale di Monte della Castagna. Sopra Cerrè Marabino intercettarono e fucilarono la staffetta Nadia, Valentina Guidetti. Stessa sorte subirono i fratelli Giacomo e Leonildo Bini. Non appena furono avvertite le forze partigiane si diressero nella zona e dopo un aspro combattimento, pur subendo dolorose perdite, ebbero ragione del nemico costringendolo a ritirarsi. A Montefiorino, nella bellissima Rocca, è possibile visitare il Il Museo della Repubblica Partigiana
Per informazioni: Comune di Montefiorino – tel. 0536 965139 – Fax 0536 965535
Per segnalare avvenimenti storici della zona di Toano contattare il Comune di Toano