Thaumetopoea pityocampa
La Processionaria del Pino
Decreto Ministeriale 17 aprile 1998 “Disposizioni sulla lotta obbligatoria contro la processionaria del pino”
Che cos’è e da dove proviene
E’ un insetto appartenente al gruppo dei lepidotteri ed è diffusa in tutta la nazione nelle aree dove sono presenti le specie arboree sulle quali compie il suo ciclo. Tali piante sono rappresentate dai pini (pino nero, silvestre e marittimo) e dai cedri.
Che aspetto ha
L’adulto è una farfalla. Le uova vengono disposte intorno ad alcuni aghi ed ogni ovatura può comprendere fino a 300 uova. La larva è di colore grigio nella regione dorsale e giallastra ai lati ed al ventre, provvista di tubercoli che portano ciuffi di peli color ruggine. A maturità le larve raggiungono la lunghezza di mm. 40.
Quando è presente e come si riconosce
Gli adulti sfarfallano in genere dalla metà di giugno a tutto agosto.Le farfalle hanno vita breve, intorno alle 24-48 ore. Dopo essere stata fecondata la femmina si sposta a volte per 10-15 Km. se nell’ambiente circostante non trova condizioni e piante sulle quali deporre le uova. Nel corso dell’autunno le larve formano dei nidi in genere all’estremità dei rami più soleggiati dentro i quali si riparano nei mesi invernali. A partire dalla fine di marzo a tutto il mese di aprile le larve mature abbandonano la pianta ospite e, sempre in fila indiana, formano la processione alla ricerca di un luogo adatto per penetrare nel suolo. Qui si interrano ad una profondità variabile tra 5 e 20 cm. E si chiudono all’interno di un bozzolo (crisalide). Le crisalidi rimangono in una condizione di sviluppo arrestato fino all’estate.
Che danno provoca alle piante
Il danno ai pini ed ai cedri è determinato dalle larve le quali, nutrendosi degli aghi, provocano disseccamenti della chioma e defogliazioni anche di forte entità. In seguito a ripetuti attacchi di processionaria, le piante si indeboliscono e possono diventare preda di ulteriori attacchi di parassiti. Le infestazioni interessano soprattutto le piante situate in zone soleggiate e si caratterizzano spesso con fluttuazioni graduali delle popolazioni, il cui culmine si manifesta ogni 5-7 anni, a seconda delle condizioni ambientali.
Che danno provoca alle persone
Gli effetti sull’uomo dei peli urticanti presenti sulle larve di processionaria rivestono un notevole interesse medico – sanitario, sia per le reazioni epidermiche più o meno persistenti provocate sulla generalità delle perone, sia per le conseguenze che a volte si registrano a carico di soggetti particolarmente sensibili o sensibilizzati a causa di reiterati contatti. Reazioni allergiche sono state segnalate da persone venute a contatto con i peli urticanti a seguito della presenza di piante infestate in giardini pubblici o privati. Tra gli effetti determinati dalla dispersione dei peli nell’ambiente, vanno anche ricordati quelli a carico delle mucose ed organi di senso, occhi in primo luogo. I peli urticanti, infatti, hanno un’elevata capacità di penetrazione negli occhi e, dopo un’iniziale ancoraggio superficiale, possono migrare in profondità e permanere anche a distanza di anni. A livello delle vie respiratorie superiori, le reazioni infiammatorie sono particolarmente gravi in occasione di inalazioni massive quantitativamente importanti, che non di rado si osserva tra il personale addetto alla manutenzione del verde.
Come e quando si combatte
La lotta alla processionaria del pino si basa su diverse tipologie di interventi che, se applicate su base territoriale, consentono di contenere le infestazioni e, quindi, di limitare l’azione dannosa del lotofago. I momenti in cui occorre intervenire vengono di seguito riportati:
In pieno inverno è indispensabile l’eliminazione meccanica dei nidi. Nel periodo tra novembre e febbraio i nidi larvali vanno tagliati e bruciati; questa operazione va eseguita con la massima cautela, adottando tutte le protezioni individuali indispensabili per evitare il contatto con i peli urticanti delle larve. La lotta meccanica è di per sé efficace, in quanto elimina dall’ambiente sia le larve che il pericoloso carico di peli urticanti.
Alla fine dell’estate (indicativamente tra la seconda metà di settembre e l’inizio di ottobre) è possibile effettuare 1-2 trattamenti alla chioma con un insetticida biologico a base di bacillus thuringiensis var kurstaki. Dosi di 100-150 grammi di prodotto diluiti in 100 litri di acqua forniscono ottimi risultati nei confronti delle larve di prima e seconda età. Dosi superiori (fino a 300-350 g/hl) si rendono necessarie in caso di larve più grosse. I trattamenti vanno eseguiti nelle ore serali ed in assenza di vento, avendo cura di bagnare la chioma in maniera uniforme. Il prodotto ha un’azione limitata nel tempo ed è facilmente dilavabile; pertanto, in caso di piogge dilavanti o di grosse infestazioni è bene ripetere l’irrorazione dopo alcuni giorni. I preparati a base di bacillus thuringiensis sono del tutto innocui per l’uomo, gli animali domestici e gli insetti utili in genere, quindi sono particolarmente idonei all’impiego in ambiente urbano.
Mezzi complementari di lotta sono inoltre costituiti dalle trappole a feromoni sessuali per la cattura massale dei maschi adulti. Le trappole vanno installate nella prima metà di giugno, fissandole su un ramo in posizione medio – alta e sul lato sud-ovest delle piante. In parchi e giardini si consigliano 6-8 trappole ogni ettaro, distanti tra loro 40-50 metri. Nei rimboschimenti esse vanno collocate ogni 100 metri, lungo il perimetro e le strade di accesso. E’ opportuno posizionare le trappole nei punti più soleggiati e dove l’infestazione è di solito maggiore.
Gli interventi messi in atto contro la processionaria non possono evitare il ripresentarsi in futuro di nuove infestazioni, a devono perseguire l’obiettivo di contenere per quanto possibile la diffusione del parassita e, di conseguenza, l’azione dannosa.
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Grafica: Sanzio Candini – Stampa: Centro Stampa Regionale Settembre 2009
Direzione Generale Agricoltura
Economia ittica, Attività faunistico-venatorie
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