Il 29 luglio riprendono gli scavi presso la Pieve di Santa Maria in Castello, a Toano, e proseguiranno fino al 23 agosto, creando continuità con un progetto di studio e valorizzazione della pieve da parte dall’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna iniziato nel 2017, con la collaborazione della parrocchia di S. Maria Assunta di Toano, la Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla e il Comune di Toano.
Già dallo scorso anno è stato possibile seguire, quasi quotidianamente, gli scavi attraverso la pagina dedicata Missione archeologica Unibo: progetto Toano, gestita dagli archeologi stessi.
Quest’anno, inoltre, attraverso la pagina del Comune di Toano si conosceranno i protagonisti, non solo i responsabili, ma anche i giovani archeologi, tra cui una ragazza proprio di Toano.
Si attendono importanti scoperte che permettano di aggiungere nuovi tasselli per la storia di questo monumento unico dell’Appennino emiliano, per questo anche le realtà locali quali Panaria, Pro Loco, il coro Val Dolo, la onlus antica Fabbriceria, oltre alla ditta Athaena, contribuiscono attivamente a questo progetto.
“Ritengo importante sostenere questa campagna di scavi – afferma il sindaco di Toano, Vincenzo Volpi – perchè la riscoperta delle nostre radici e dell’importanza che ha avuto il nostro territorio renda la consapevolezza della centralità di questo comune nella storia locale. Lo denota l’esistenza di vari castelli nel territorio, a presidio di quelli che allora erano i confini del regno”.
La pieve di Santa Maria in Castello si trova ubicata su di un colle, in posizione topograficamente dominate l’attuale abitato di Toano, nell’entroterra appenninico del territorio di Reggio Emilia. Oggi la pieve si presenta come una chiesa isolata sulla sommità di un colle, suddivisa in tre navate terminanti con altrettante absidi. L’unico edificio presente al di fuori del complesso plebano è una torre in parte ricostruita in età moderna, ma probabilmente impostata su di una struttura più antica. Lungo i versanti del colle, in mezzo ad una fitta vegetazione spontanea, si scorgono però i resti di alcune strutture murarie in gran parte crollate, verosimilmente una parte dell’antico castello di età medievale.
La chiesa di Toano rappresenta una delle poche pievi dell’intero appennino incastellata.
Nelle campagne di scavo sono emersi i resti dell’edificio religioso medievale (la chiesa odierna, infatti, presenta ampie porzioni ricostruite nel secondo Dopoguerra dall’arch. Baldini).
Si tratta di un’abside, più grande di quella attuale, in uso a partire dal XV secolo. In fase con questa struttura erano una serie di sepolture. Una vasta area cimiteriale di età moderna (XVIII-XIX secolo) è stata rinvenuta anche sul fianco settentrionale della chiesa, mentre sul lato meridionale sono state individuate sepolture più antiche risalenti alla fine del X secolo.
La particolarità della pieve di Toano era però quella di essere incastellata. Castellum de Toano cum Plebe fu scritto in una pergamena del 1070 con la quale il vescovo di Reggio Emilia cedette al potente Bonifacio di Canossa il controllo del sito fortificato. Di questo castello gli scavi archeologici stanno portando alla luce alcune strutture. Ai margini del colle, sul lato meridionale, si sono rinvenuti i resti di una possente torre quadrangolare leggermente sporgente rispetto al muro di cinta (XIII secolo). Muro di cinta che si ritrova ben conservato anche sul lato opposto del colle e sul quale si imposta un edificio più antico di cui al momento non è possibile determinare la funzione.
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